Steampunk Jack
[di Federico Bortot]
Sì, ecco, posso garantirvi che ho provato più volte a buttare giù tre
righe per questo Editoriale, ma vari impegni
(tra cui la tesi, gli articoli sullo Shelter[1] e sul Lanterna[2], la palestra, la ragazza
che non ho...) mi hanno tenuto occupato, con buona pace di Stefano che,
puntualmente, mi ricordava i miei compiti per casa.
Forse vi chiederete come abbia fatto a finire in questo progetto. Non
lo so. O, meglio, non lo ricordo. Probabilmente in una sera estiva su pei
monti, sorseggiando whiskey sulla veranda di casa mia, Stefano se ne sarà
uscito con un: “Sir, le propongo di partecipare a questo progetto visionario e
avveniristico”, e io gli avrò risposto qualcosa del tipo: “We sgarzullo, mi
sembra tipo troppo una roba figosa, ma posso metterci dentro steampunk, bulloni
e cose completamente a caso?” Al che lui mi deve aver risposto: “Ma certo, è
mia consuetudine seguire io medesimo questo approccio.” “Bon, perfetto, fatta”.
Un patto solido come una roccia.
Da sempre ho la passione per la scrittura: se nei primi anni di liceo
mi dilettavo con bizzarre poesie dalle rigorose rime e metrica, in quinta ho
iniziato a dedicarmi a racconti più articolati. Stefano sapeva di queste mie
opere e, malgrado ciò, ha voluto lo stesso ospitarmi sul suo blog; cosa di cui
lo ringrazio. Avevo già in mente alcune idee, nate soprattutto dalla mia
passione per l'universo steampunk, e ho colto l'occasione per sperimentare
qualcosa di nuovo in un contesto slegato dai miei racconti precedenti: sono
così nati il Clockwork (poi
rinominato Clockworld), universo
razionale e scientifico in cui la magia non esiste, e il suo sovrano, il Clockwork Keeper. Purtroppo la versione
qui apparsa non rispecchia del tutto le mie idee originali, anche a causa di
contraddizioni interne all'organicità dell'universo hurtiano... per non parlare
poi di un deciso taglio al mio stile personale[3] da parte di Stefano
(maledetto sia Stefano e tutto il suo potere di Sommo Editor di Staceppa. L'Epilogo, ad esempio, è tutta farina del suo sacco). Ma
in definitiva devo dire di essere soddisfatto del risultato
Concludo la mia manfrina ringraziando di nuovo Stefano per avermi
invitato a partecipare al suo progetto, ma anche tutti gli altri per l'ottimo
lavoro che hanno svolto. E poi basta, che tanto Stefano cancellerà tutto quello
che ho scritto e metterà: “Eh Federico scrive malissimo e ho dovuto pure dargli
io le idee, tutte mie, sullo steampunk e sul Keeper, che lui manco sa l'inglese
e se gli dici: - Hello! - lui ti risponde: - The cat is on the... the... Vabbe', ciao -”.
Bellapettutti.
NOTA: Persino questo Editoriale è stato rivisto da Stefano, prima di
essere pubblicato. Dio, come lo odio!
[1] Network a cui non vogliamo fare pubblicità, perché lui a noi
non ce la fa. Non cercatelo! [N.d.Stefano]
[2] Suppongo sia il giornalino universitario del Politecnico di
Milano, o qualcosa del genere. Del resto il mio interesse è molto contenuto. [N.d.Stefano]
[3] Che è stato indubbiamente migliorato. [N.d.Stefano].
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